ANDREA PERIA

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Categoria: Andrea Peria

Amministratore
PAUSA RIFLESSIVA

Tutto si evolve, tutto cambia, tutto cresce  …………………  sono molti anni che mi diverto a fotografare ma sopra a tutto a studiare, sperimentare, provare a cercare le soluzioni che potessero esprimere le sensazioni delle immagini che scatto oltre il “normale”, doppia esposizione, tempi lunghi e movimento della fotocamera, flash sulla seconda tendina, interposizione di oggetti quali veli, prismi ed ogni altro oggetti che potevano dare un effetto “diverso”. 

Ma ancora più importante   allestire set dove inserire i modelli o le modelle, ricercando oggetti e scene al di fuori del normale. Guardo, osservo e studio moltissime immagine scattate da altri fotografi e mi ritrovo ad ammirare delle immagini che avevo in mente e non sapevo come riuscire a realizzare, o meglio se non spendendo cifre da capogiro, alla fine  scopro che ormai ci sono programmi che ti creano quello che vuoi, semplificandolo al minimo diciamo che basta digitare correttamente una sequenza di comandi e ti appare l’immagine che avevi sognato per anni. 

Abituato a studiare ogni singolo scatto cercando di carpire quale tecnica venisse utilizzata, che tipo di schema luci, come è stata creata l’ambientazione mi trovo davanti a fotografie che non  riesco a decifrare, la luce è strana, le ombre non tornano e la sovrapposizione degli oggetti al soggetto è  insolita, la profondità di campo non torna, i colori sono innaturali, certo nell’insieme è tutto di grande impatto ma c’è una vocina dentro la mia testa che dice “QUALCOSA NON TORNA” e poi scopri che sono  frutto di programmi di AI o IA, intelligenza artificiale, fai un disegno, una bozza, inserisci una foto digiti dei comandi e lasci elaborare dal computer e tutto si adatta perfettamente all’idea ce avevi in testa, non semplice come sembra ma fattibile con un pò di studio. 

Fotografi una persona e non ti curi dell’espressione poi la correggi in post produzione, gli dai i lineamenti della felicità, della tristezze e così via ………………… ma è veramente fotografia??? Una forma d’arte si sono convinto che lo possa essere ma chiamarla fotografia mi riesce difficile eppure nei siti dedicati queste immagini vengono accolte e premiate, diffuse ed elogiate. 

Forse è la mia età che mi rende come dicono oggi Boomer, (pensieri ed atteggiamenti ormai superati e vecchi), e non disponibile ad evolvermi, eppure sono passato dalle fotocamere a pellicola a quelle digitali, ho studiato Photoshop per sviluppare i file RAW, mi sono adattato alle richieste del mercato per le elaborazioni dei fotogrammi secondo le richieste e le esigenze del momento, ho studiato e qualche volta utilizzato i fotomontaggi, forse tutto quello che sta accadendo è solo un altro step dell’evoluzione ma non riesco ad accettarlo, non nego che ho studiato e sperimentato anche l’AI e quando giungo al termine, quando ottengo il risultato che volevo sono anche felice, ma subito segue un sentimento di ribrezzo.

Comincio a pensare ai collaboratori alla modella o modello che ha collaborato, alla stylist, alla make up artist, e mi sembra di svilire il loro lavoro, considerando che lo faccio stravolgere da una entità inanimata come un computer, una cosa è correggere una sbavatura del trucco o una pieghetta involontaria dell’espressione ma far sorridere una persona che ha un’espressione seria o stravolgere il make up, modificare un abito no non ce la faccio sono abituato a valorizzare il lavoro di ciascuno dei partecipanti, scattare immagini fino a che non si raggiunge l’effetto voluto e così ho deciso che mostrerò solo immagini più realistiche possibili anche se ho raggiunto le capacità di alterare la realtà a mio piacimento, se un giorno avrò voglia creerò un sito web dedicato o una galleria indicando chiaramente l’artefazione di quanto verrà osservato, ma la fotografia per me rimarrà la mera riproduzione di una scena creata da persone che hanno collaborato per raggiungere un fine con le loro capacità e tutti i mezzi a loro disposizione.

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Amministratore
L’URLO DI MADRENATURA: progetto personale

Complici le vacanze in montagna, le gite al mare, fin da piccolo ho iniziato ad osservare la natura che ci circonda ammirandone la sua complessa semplicità.  Ho apprezzato il suo rumoroso silenzio costituito di molteplici suoni che si fondevano l’uno con l’altro donando una sinfonia di suoni, mai casuali ma sempre destinati ad un significato. La sua capacità di fondere gli elementi l’uno con l’altro lasciando lo spazio e creando il giusto habitat alle specie animali che la popolavano. Permettendo a tutti di vivere trovando tutto quello che gli serviva ma allo stesso tempo pronta a creare situazioni di pericolo che ho imparato a capire necessarie a mantenere il giusto equilibrio tra le specie. Anche se all’inizio tutto sembrava casuale pian piano ho scoperto che niente era fortuito ma tutto avveniva perché la vita scorresse con il giusto equilibrio. In tutto questo l’unica pecca, l’unico elemento che usciva da questi schemi era l’essere umano il quale non si accontentava di utilizzare il necessario per rendere sempre migliore la propria vita ma alla fine è arrivato a sfruttare le risorse anche per il superfluo, ma non contento nonsi è fermato a quello, la sua voglia di onnipotenza, la voglia di possedere la gestione per sentirsi grande,  lo ha portato a modificare la nascita, la crescita e lo sviluppo di tutto ciò che era in realtà naturale. Un comportamento che alla lunga sta facendo in modo che la natura dopo innumerevoli molti messaggi di avviso che tutto questo sta divorando ed annientando lo spazio in cui viviamo sta giungendo alla ribellione. Si possono leggere questi messaggi come un ultimatum: se continuate così farete morire tutto lo spazio in cui vivete. Non sono un naturalista con spirito ecologico, nel senso che accetto il progresso e la tecnologia che ci serve per rendere sempre più globale e migliore la nostra vita ma faccio fatica a mancare di rispetto al mondo in cui vivo, in particolare modo  quando questo è dovuto al mero arricchimento economico di pochi. Questa mancanza di rispetto non la capisco anche se noto sempre più un offuscamento delle menti eseguito da parte di poche persone   ai danni dei molti, in nome della tecnologia e del benessere generale. Se ho una sicurezza è che a pagarne il conto sarà la razza umana, la natura per il suo essere saprà sopravvivere e rigenerarsi.

La foto è stata realizzata in collaborazione con l’artista e performer Katia Della Fonte, (modella Patrizia Pea), la quale oltre ad essere una grande amica è un’artista poliedrica che riesca a fondere corpo, musica, colore e natura. Con Katia sono indimenticabili le nottate passate a progettare e realizzare idee così come il girovagare in cerca di location dove realizzare i suoi lavori, e la cosa più affascinante che ci lega è l’improvvisiazione del momento come nel video sotto dove il trovare un luogo ha dato atto all’improvvisare una performance .

 

Katia della Fonte:

https://katia-della-fonte-bodypainter.webnode.it/

 

 

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Amministratore
SKIN MARK Z : Rabarama Skin Art Festival

Oggi è uscito il nuovo numero della famosa rivista americana dedicata al mondo del bodypainting con un bellissimo articolo sul concorso della Kryolan Italia denominato RABARAMA SKIN ART FESTIVAL, Con grande piacere ho apprezzato l’utilizzo delle mie fotografie per impreziosire l’articolo.

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Amministratore
SOGNARE DI CADERE: corto teatrale

Un incontro organizzato da ………. Dell’associazione culturale PANDORA di Vicenza, mi portò a conoscere l’assessore alla cultura del comune di Cividale del Friuli la quale stava cercando qualcosa di nuovo per le celebrazioni dell’anniversario del terremoto del Friuli, per ricordare e fare tesoro di quanto successo, per fare in modo che non accada più, almeno nello stesso modo. Proposi un corto teatrale con attori e performer dipinti da artisti, così oltre ad avere lo spettacolo per la sera si poteva rendere visibile il backstage dove gli artisti lavoravano sui corpi per prepararli alla performance, il tutto arricchito da una mostra personale sul mondo del bodypainting. Non nascondo che fu un grande lavoro che ci impegnò per diversi mesi ma alla fine sia le recensioni sui giornali che le impressioni ascoltate tra il pubblico presente furono positive ed entusiaste, così come la grande partecipazione sin dalle prime ore del pomeriggio del pubblico.

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Amministratore
PLOZZA VINI

Grazie all’amico e collega Massimo Tentori con il quale ho sviluppato questo lavoro, la Plozza vini azienda leader nella produzione di Vini ci ha commissionato la realizzazione del calendario 2016.

Dopo un primo incontro con il committente il quale ha capito la complessità del lavoro abbiamo iniziato a sviluppare le idee per la realizzazione del lavoro. Andrea Zanolari, titolare dell’azienza, ha da subito capito l’enorme lavoro che si celava dietro l’utilizzo dei corpi dipinti e così è stato in grado di utilizzare in pieno tutto il potenziale che il mondo dei corpi dipinti poteva sviluppare.

E’ cosi che oltre alla realizzazione degli scatti per il nuovo calendario ci ha chiesto di integrare il tutto con un giorno di pura arte da mostrare ai suoi clienti più importanti.  Come sempre la scelta degli artisti, le modelle ed il progetto è stato vagliato dalla committenza che ha dimostrato di fidarsi delle mie conoscenze.

Tutto pronto, artisti, modelle e spazio a disposizione ed oltre a creare gli scatti necessari al calendario si decide di organizzare anche una serata all’insegna dell’arte.

Lo scopo del calendario era la promozione delle nuove etichette delle bottiglie che contraddistinguevano i diversi prodotti, un gioco di colori e caratteri molto minimalista ma di grande impatto, ma per me l’idea era anche quella di scoprire i prodotti che non conoscevo nel dettaglio, ecco che l’idea, maturata anche dalle qualità degli artisti che avevo in mente di coinvolgere, fu quella di trovare dei personaggi che arrivassero nella cantina e scoprissero i dettagli ed i sapori dei singoli vini, forse banalmente pensai a degli extraterrestri dei personaggi che scoprendo un nuovo mondo ne vagliavano le qualità, un tema forse dettato dal mio viaggiare per lavoro in tutto il mondo che mi ha fatto capire che per conoscere veramente un territorio ci si deve immergere nei loro usi e costumi, uscendo dal nostro essere ed abbandonando tutte le abitudini a cui ormai siamo assuefatti.

La prima bozza era incentrata sull’arrivo di un popolo alieno, astronavi, e scenari futuristici che atterravano sulla terra ed esploravano il nuovo ambiente trovato, avevo anche immaginato un calendario extraterrestre dove oltre ai mesi ed ai giorni nelle diverse lingue almeno le principali e più conosciute inserivo anche un ulteriore linguaggio extraterrestre studiato ed inventato con un amico esperto di linguaggi.

Ho lavorato molte notti all’idea, ma era un po’ troppo al di fuori dei canoni dell’immagine della cantina, in effetti tutte le immagini pubblicitarie erano di fattura estetica elegante e classica così dopo un ulteriore incontro con la committenza si decise di utilizzare i personaggi extraterrestri ma in ambientazioni classiche.

Considerando che avevamo pochi mesi per realizzare il prodotto finale e che volevamo inserire tutte le ambientazioni della proprietà, la cantina nuova, quella vecchia ed antica, lo stabilimento di produzione e tutte le vigne il problema era come realizzare degli scatti in esterno durante l’inverno quando le vigne erano spoglie e non rendevano il loro valore decidemmo così di realizzare una parte  di scatti utilizzando dei montaggi in post produzione e qui fu importantissimo il lavoro di Massimo il mio socio nel progetto che con pazienza e grande capacità fece centinai di scatti sfruttando diverse condizioni atmosferiche  e situazioni di luce. Scelti gli scatti che più di adattavamo trovammo gli schemi di luce necessari a rendere le immagini il più realistiche possibili.

Arrivò il giorno dell’evento e della produzione del materiale necessario alla realizzazione, una giornata di festa dove gli ospiti oltre ad assistere al backstage della realizzazione dei personaggi potevano gustare i vini ed altre prelibatezze culinarie della zona.

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Amministratore
LIBERTA’ DI ESSERE, LIBERTA’ DI VIVERE: parte 2 _ ampliamento del progetto personale

Ho conosciuto Simone Stella e Giovanna Patane, ad una delle prime edizioni dell’Italian Bodypainyting Festival, i primi artisti siciliani che parteciparono, dopo quell’evento rimanenno in contatto e così quando decisero di realizzare un Contest di Bodypainting nella loro terra mi chiamarono per rendermene partecipe. La Kermesse di Bodypainting del Mediterraneo a Catania  si svolse per 5 anni consecutivi e mi permise di approfondire la conoscenza di quella terra.

Durante questi eventi maturò la volontà di portare avanti il progetto e mi fu Proposto di fare dei set fotografici ispirati dalle eccellenze Siciliane, tanto affascinante quanto emozionante e così grazie a Simone e Giovanni che organizzarono le date e gli incontri conobbi i F.lli Napoli leader del fantastico mondo del teatro dei Pupi  Siciliani di Catania e un artista delle ceramiche di Caltagirone, Besnik Harizaj.

Ricordo ancora oggi ogni momento di quella esperienza, i progetti ed i bozzetti, la preparazione degli accessori, lo studio degli ambienti  e gli allestimenti, ma quello che mi colpì di più fù lo spirito collaborativo di tutti perchè riassumeva la mia visione di vita felice, scopi diversi, interessi e finalità diverse ma uniti all’insegna di un risultato da raggiungere.

E’ vero che ognuno di noi nasce e cresce in un ambiente che influenza le scelte di come condurre la propria esistenza, così come è vero che siamo legati a troppi vincoli dettati da regole e spesso pregiudizi che influenzano il nostro modo di esprimerci ed essere, ma in una società composta da molteplici persone con idee, voglie, desideri e caratteri diversi non potrebbe essere diversamente.

Allora quale è il segreto per sentirsi liberi, felici e condurre una vita ricca di scelte personali? Penso che sia il rispetto e la consapevolezza oltre alla conoscenza che non ha mai fine. 

Il rispetto degli altri, dell’ambiente in cui viviamo, delle diversità e di tutto ciò che circonda, mi piace pensare che non si debba giudicare ma semplicemente valutare, valutare nel senso di essere liberi di scegliere dove vivere, con chi e di chi circondarsi.

La consapevolezza di essere in tanti e tutti diversi, la consapevolezza di avere dei limiti di conoscenza e di avere un ruolo in questo mondo che volenti o meno ce lo siamo scelti o fatto andare bene ma che se vogliamo possiamo cambiarlo.

La conoscenza, ovvero la voglia di conoscere e capire, spesso ci fermiamo alle poche nozioni che abbiamo avuto in gioventù rimanendo ancorati a situazioni che ormai sono sorpassate, oggi è tutto più veloce, tutto si evolve rapidamente e c’è bisogno di adeguarsi ai tempi non solo con i mezzi ma anche con le conoscenze e gli approfondimenti.

Io adoro la diversità, penso che sia quanto di più bello possa esistere è ciò che ci permette di capire cosa ci piace e cosa no ma allo stesso tempo ci fa conoscere situazioni diverse da quello a cui eravamo abituati e ci apre la mente, spesso alcune mie convinzioni sono finite parlando con chi era diverso da me, semplicemente perchè nelle mie non avevo considerato alcuni fattori che non rientravano nella mia routine. 

Bello o brutto è soggettivo, c’è a chi piace ed a chi no, a chi piace il rosso, a chi il biano, a chi il nero e così via, dobbiamo apprezzare il fatto che queste differenze fanno in modo che cia siano tutti i colori.

In conclusione quello che voglio dire è che dobbiamo avere la consapevolezza della necessità di regole che ci permettano di stare tutti insieme, rispettare tutto quello che ci viene proposto ed essere pronti a capire, scegliere e cambiare quando si rende necessario ed allo stesso tempo dobbiamo essere liberi di poter scegliere ciò che ci fare stare bene.

Nella foto la modella dovrebbe riassumere i concetti sopra, sono qui perchè ho voluto esserci, sono consapevole che mi avete vincolato a qualcosa di necessario ma i miei occhi sono aperti e ben vigili e la mie mente riflette, ci sono perchè so che mi rispettate e posso decidere di cambiare.

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Amministratore
LIBERTA’ DI ESSERE, LIBERTA’ DI VIVERE: parte 1 _ la nascita di un progetto personale

Quando ci possiamo sentire liberi? Cosa condiziona la nostra vita? Quali legami ci imprigionano nelle relazioni? Domande forse assurde ma che mi ritornano in mente ogni volta che mi fermo ad osservare tutto quello che mi circonda.

Scrivo spesso che la conoscenza è l’arma che ci permette di avere a disposizione più scelte su come condurre la nostra esistenza, ma per apprendere serve anche una buona dose di buon senso, per non dire umiltà,  perchè si deve riuscire ad osservare quello che ci circonda o ci ospita in modo obbiettivo e senza pregiudizi riuscendo ad abbandonare le abitudini della nostra routine. Per comprendere qualcosa dobbiamo viverci insieme,  osservarla,  conoscerne il contenuto, la natura, la struttura, ed in questo mi sento fortunato perchè per lavoro ho viaggiato tantissimo e diversamente dal turista medio, ero a stretto contatto con le persone del posto le quali dopo poco capivano il mio desiderio di essere uno di loro, di vivere o cercare di vivere un pò della loro vita ed il rispetto che gli mostravo faceva si che alla fine mi ritrovavo alle loro feste di compleanno, a giocare a calcio con i loro amici, insomma a vivere con loro o meglio parte di quella.

Per ritornare al motivo di questo post o meglio a come sia iniziato questo progetto fotografico, comincio con il raccontare come il tutto è nato, non con la consapevole intenzionedi  di iniziarlo ma semplicemente utilizzando un’opportunità, chissà forse in natura esiste un qualcosa che ti porta  a vivere situazioni che ti danno delle possibilità, c’è chi lo chiama Dio, chi energia cosmica, chi fato e chi forza di volontà, io non so dargli un nome ma penso che esista qualcosa intorno a noi che abbia questa dote.

Ricevo una telefonata da Fiorella Scatena, (bodypainter e make up artist che stimo tantissimo): “ Andrea mi hanno chiamato perché vorrebbero una fotografia per un libro sugli artisti che maggiormente hanno influenzato il mondo dell’arte di dipingere il corpo. Che dici? Facciamo qualcosa di nuovo??? Abbiamo solo pochi giorni per inviare il materiale!!!!!!”.

Detto fatto, parto da Brescia dove vivevo in quel periodo ed in treno viaggio verso la toscana per incontrare l’artista. Passai tutto il tempo del viaggio al telefono, un po’ con Fiorella per discutere sull’idea, un po’ con amici e colleghi per trovare una modella ed uno studio a cui appoggiarsi. Arrivato a Livorno incontro Fiorella e definiamo gli ultimi dettagli, lei voleva ispirarsi ad un noto pittore americano che realizzava dei ritratti dallo stile realistico e gotico, guardando le immagini ben si adattavano al mondo del bodypainting e così decidemmo di realizzare una donna in versione burattino vincolata a delle corde da cui si liberava in cerca della sua libertà.

La frase che mi venne in mente fu: “spezzare i legami che condizionano la nostra vita e che inconsapevolmente ci sono stati imposti dall’ambiente in cui siamo cresciuti per avere una visione più ampia e libera sulle scelte da prendere per sentirci più liberi”. La difficoltà più grande che incontrammo a causa del poco tempo a disposizione fu il trovare una modella, tutte quelle con cui eravamo abituati a lavorare erano impegnate, fortunatamente grazie ad un amico trovammo una fotomodella amatoriale, (nella vita lavorava in un bar), gli scatti che ci fece vedere non erano male, il fisico si prestava bene al progetto e così decidemmo di andare avanti e ci recammo nello studio a Viareggio (LU). 

Appena arrivati con le macchine piene di attrezzature ed elementi di scena, ci incontrammo con tutti i partecipanti e discutemmo il progetto, l’ultima ad arrivare fu la modella che doveva finire il turno di lavoro, così alle ore 15 si iniziò a lavorare, io montavo la scenografia e non conoscendo bene lo spazio che era anche di dimensioni molto ridotte, cominciai a provare le luci e trovare le giuste posizioni, mentre Fiorella ed i suoi collaboratori cominciarono a preparare la modella, cinque ore di duro lavoro ma alla fine riuscimmo a realizzare gli scatti necessari ed anche la modella riuscì ad immedesimarsi nella parte esaltando il lavoro dell’artista. Ci fu bisogno di un’ora di scatti per giungere alle tre immagini che cercavamo ma alla fine eravamo contenti, l’ispirazione non era una fotocopia del pittore e l’idea che avevamo era rappresentata in modo molte realistico. Tornato a casa un po’ di post produzione ed i successivi apprezzamenti dei partecipanti dettero l’OK all’invio delle fotografie che potete trovare sul libro “Champion at Heart” di Karala B.

Ovviamente aspettammo l’uscita del libro prima di pubblicare le nostre fotografie e condividerle sui Social Media, ma al momento che lo facemmo diventarono subito, come si dice oggi, virali, ed a parte il fatto che penso sia la mia fotografia più copiata da altri pseudo fotografi, (avrei da raccontare tante di quelle cose ma sono veramente troppe), la cosa divertente fu che non so come un critico d’arte spagnolo recensi l’immagine essendo convinto che fosse un quadro del pittore a cui ci eravamo ispirati, (Michael Hussar), per fortuna che noi avevamo informato il pittore di quanto avremmo fatto. Chiarito il tutto, Michael venne in Italia e chiese di incontrarci. Una bella esperienza, dopo di che con Fiorella facemmo altri set fotografici, ed alcune immagini le trovate nella galleria “progetti personali”.

 

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Amministratore
PINTAMOS: LO SGUARDO DI ANDREA PERIA

Un articolo sul mio lavoro nel mondo della pittura del corpo. Un ringraziamento alla redazione di PINTAMOS, la rivista spagnola dedicata al mondo del bodypainting, la quale è riuscita a cogliere ed apprezzare tutta la passione che applico nella realizzazione delle fotografie di questa arte. Quello che mi ha dato moltissima soddisfazione è stato il fatto che una rivista dedicata all’arte del bodypainting capisse quanto importante era il lavoro del fotografo in questa arte, in fondo quello che si ammira per qualche ora dal vivo può rimanere indelebile nel tempo solo attraverso le immagini. Non è stato facile scrivere i miei pensieri ma la sapienza dell’intervistatrice mi ha aiutato moltissimo.

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Amministratore
FESTIVAL DEL CINEMA DI LOCARNO

Giugno dell’anno 2012, si svolgeva il campionato Italiano dei corpi dipinti, a Bardolino sul lago di Garda, avevo allestito la sala posa per gli scatti dei lavori che avrebbero realizzato gli artisti e stavo installando le fotografie per  una piccola mostra fotografica nel parterre dell’area dell’evento, ed ad un certo punto si avvicinano due persone, una osservava minuziosamente le fotografie mentre l’altra mi chiama per nome e si presenta dicendo che era interessata al mondo della pittura dei corpi e così cominciamo a parlare. Mi dicono che sono svizzeri e vorrebbero realizzare qualcosa dalle loro parti, considerando che tutto ciò che trovavano in rete portava spesso la mia firma avevano deciso di venirmi a conoscere. Ci scambiamo i contatti e poi inizia l’evento e ci perdiamo di vista. A luglio dello stesso anno partecipo al World Bodypainting Festival in Austria  e incontro nuovamente le due persone svizzere che girovagavano nell’area del festival così dopo i saluti gli dissi facciamo un giro insieme e gli spiegai tutto quello che era il mondo del bodypainting, poi iniziai a presentargli alcuni degli artisti che conoscevo  e passammo tutta la mattina insieme con la promessa di rivederci presto. Fu così che dopo qualche mese mi chiamarono che avevano deciso di creare un evento a Lugano ma prima di arrivare all’evento volevano realizzare delle serate a tema per pubblicizzarlo così gli fornii tutto il materiale che avevo il quale venne diffuso  sui media come pubblicità per l’evento e poi organizzammo due serate una presso una nota radio ed un’altra presso una concessionaria di auto.  Dopo questi mi dissero ma sai che noi siamo quelli che si occupano del service del Festival del Cinema di Locarno?? Ed inoltre durante le serate del festival organizziamo un premio per un direttore della fotografia con una grande festa nell’area 621 del dopo festival che ne dici se portassimo in bodypainting in quell’occasione???

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