Tutto si evolve, tutto cambia, tutto cresce  …………………  sono molti anni che mi diverto a fotografare ma sopra a tutto a studiare, sperimentare, provare a cercare le soluzioni che potessero esprimere le sensazioni delle immagini che scatto oltre il “normale”, doppia esposizione, tempi lunghi e movimento della fotocamera, flash sulla seconda tendina, interposizione di oggetti quali veli, prismi ed ogni altro oggetti che potevano dare un effetto “diverso”. 

Ma ancora più importante   allestire set dove inserire i modelli o le modelle, ricercando oggetti e scene al di fuori del normale. Guardo, osservo e studio moltissime immagine scattate da altri fotografi e mi ritrovo ad ammirare delle immagini che avevo in mente e non sapevo come riuscire a realizzare, o meglio se non spendendo cifre da capogiro, alla fine  scopro che ormai ci sono programmi che ti creano quello che vuoi, semplificandolo al minimo diciamo che basta digitare correttamente una sequenza di comandi e ti appare l’immagine che avevi sognato per anni. 

Abituato a studiare ogni singolo scatto cercando di carpire quale tecnica venisse utilizzata, che tipo di schema luci, come è stata creata l’ambientazione mi trovo davanti a fotografie che non  riesco a decifrare, la luce è strana, le ombre non tornano e la sovrapposizione degli oggetti al soggetto è  insolita, la profondità di campo non torna, i colori sono innaturali, certo nell’insieme è tutto di grande impatto ma c’è una vocina dentro la mia testa che dice “QUALCOSA NON TORNA” e poi scopri che sono  frutto di programmi di AI o IA, intelligenza artificiale, fai un disegno, una bozza, inserisci una foto digiti dei comandi e lasci elaborare dal computer e tutto si adatta perfettamente all’idea ce avevi in testa, non semplice come sembra ma fattibile con un pò di studio. 

Fotografi una persona e non ti curi dell’espressione poi la correggi in post produzione, gli dai i lineamenti della felicità, della tristezze e così via ………………… ma è veramente fotografia??? Una forma d’arte si sono convinto che lo possa essere ma chiamarla fotografia mi riesce difficile eppure nei siti dedicati queste immagini vengono accolte e premiate, diffuse ed elogiate. 

Forse è la mia età che mi rende come dicono oggi Boomer, (pensieri ed atteggiamenti ormai superati e vecchi), e non disponibile ad evolvermi, eppure sono passato dalle fotocamere a pellicola a quelle digitali, ho studiato Photoshop per sviluppare i file RAW, mi sono adattato alle richieste del mercato per le elaborazioni dei fotogrammi secondo le richieste e le esigenze del momento, ho studiato e qualche volta utilizzato i fotomontaggi, forse tutto quello che sta accadendo è solo un altro step dell’evoluzione ma non riesco ad accettarlo, non nego che ho studiato e sperimentato anche l’AI e quando giungo al termine, quando ottengo il risultato che volevo sono anche felice, ma subito segue un sentimento di ribrezzo.

Comincio a pensare ai collaboratori alla modella o modello che ha collaborato, alla stylist, alla make up artist, e mi sembra di svilire il loro lavoro, considerando che lo faccio stravolgere da una entità inanimata come un computer, una cosa è correggere una sbavatura del trucco o una pieghetta involontaria dell’espressione ma far sorridere una persona che ha un’espressione seria o stravolgere il make up, modificare un abito no non ce la faccio sono abituato a valorizzare il lavoro di ciascuno dei partecipanti, scattare immagini fino a che non si raggiunge l’effetto voluto e così ho deciso che mostrerò solo immagini più realistiche possibili anche se ho raggiunto le capacità di alterare la realtà a mio piacimento, se un giorno avrò voglia creerò un sito web dedicato o una galleria indicando chiaramente l’artefazione di quanto verrà osservato, ma la fotografia per me rimarrà la mera riproduzione di una scena creata da persone che hanno collaborato per raggiungere un fine con le loro capacità e tutti i mezzi a loro disposizione.